
Notevoli studi scientifici recenti, denotano, gravi e permanenti , danni al cervello, associati con l’assunzione di benzodiazepine, gli psicofarmaci ansiolitici più comunemente prescritti, negli ultimi vent’anni.
Le benzodiazepine sono farmaci psicotropi o più comunemente droghe, create dall’industria farmaceutica.
Sono capaci di alterare l’attività mentale e le funzioni psichiche di chi le assume, inducendo alla depressione del Sistema Nervoso Centrale.
Causano depressione da lieve a grave e riducono l’attività del cervello.
Inoltre danno dipendenza e aumentano il rischio di demenza, accelerando il declino cognitivo, come mostrano i risultati di studi scientifici approfonditi.
Lo studio di Sophie Billioti Gagee, dell’Istituto Francese di Ricerca Medica INSERM, dimostra come le benzodiazepine aumentino significativamente il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. La più nota malattia neurodegenerativa, che in Italia colpisce centinaia di migliaia di persone ogni anno.
Le benzodiazepine furono messe sul mercato negli anni ’60, diventando il trattamento principale per l’insonnia e i disturbi d’ansia a causa delle loro proprietà sedative, ipnotiche, ansiolitiche,
Le principali benzodiazepine sono:
Diazepam
- Valium
- Ansiolin
Lorazepam
- Tavor
- Control
Prazepam
- Prazene
Delorazepam
- En
Bromazepam
- Lexotan
Lormetazepam
- Minians
Flunitrazepam
- Roipnol
- Darkene
Alprazolam
- Xanax
Sono farmaci derivati dal clordiazepossido, sostanza avente proprietà sedative e ipnotiche che variano a seconda della molecola.
Negli ultimi vent’anni, l’abuso di benzodiazepine è aumentato in modo allarmante
Chi le assume sente stanchezza, irritabilità, difficoltà a svolgere il proprio lavoro e in generale un peggioramento della qualità della vita.
Le benzodiazepine agiscono sul Sistema Nervoso Centrale e ne modificano alcuni processi chimici naturali e fisiologici.
Ecco allora perché le benzodiazepine creano gravi danni al cervello…
Le benzodiazepine portano facilmente alla demenza
Uno Studio Francese pubblicato sulla rivista British Medical Journal conferma che chi assume benzodiazepine per un periodo superiore a tre mesi, rischia notevolmente di sviluppare il Morbo di Alzheimer.
Questo studio ha dimostrato come:
- L’assunzione una volta al giorno, per 3 – 6 mesi aumenta il rischio di malattia di Alzheimer del 30%
- L’assunzione una volta al giorno, per più di sei mesi aumenta il rischio di Alzheimer del 60-80%.
Le benzodiazepine inducono dipendenza, sia fisica che psicologica
E’ cosa ormai nota, che più si assumono questi farmaci e più è difficile smettere di assumerli.
Le benzodiazepine inducono assuefazione
Infatti, è necessario aumentare la dose o cambiare molecola, per sentire qualche lieve beneficio.
Le benzodiazepine inducono crisi di astinenza
Quando si prova a interrompere l’assunzione, si avverte quello che è conosciuto come “effetto rebound“, compaiono tutti i sintomi della privazione, con recidiva dei sintomi, allucinazioni, psicosi, convulsioni, irritabilità, palpitazioni, tremori, sudorazioni, nausea, cefalea e forte malessere.
Le benzodiazepine danno effetti indesiderati
Fra le altre cose si aggiungono effetti indesiderati: disturbi del movimento, disturbi cognitivi, cefalea, vertigini, nausea, vomito, incontinenza, tremore ecc.
Come prevenire danni irreversibili
È importante sapere che l’efficacia delle benzodiazepine è molto limitata, tamponano i sintomi, ma non curano l’Ansia. Queste dovrebbero essere assunte per un paio di settimane al massimo, onde ridurre il più possibile una serie di effetti distruttivi per il cervello e a carico del Sistema Nervoso Centrale.
In 4 settimane c’è già il rischio di divenire dipendenti, compare un peggioramento della memoria, della concentrazione e sintomi depressivi.
Inoltre possono anche comparire comportamenti aggressivi o violenti, confusione e allucinazioni. Viene ridotta la prontezza alla guida e il normale svolgersi della tua vita ne risulta fortemente compromessa.
Se purtroppo ti sei intrappolato nel tunnel della dipendenza da ansiolitici, è innanzi tutto, indispensabile uscirne. Puoi farlo attraverso un mirato supporto psicoterapeutico, che ti aiuti a superare il problema alla radice.
Grazie per avermi letto!
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