Imparare a stare da soli – Per condurre una vita serena in un mondo che corre
Ci sono persone che non sanno stare da sole, perché? Sono sempre alla ricerca di qualcuno che possa accompagnarle.
Nell’immaginario popolare, la solitudine è vista con grande timore ed è considerata una grande sfortuna, perché associata all’isolamento.
Eppure la capacità di stare da soli è la condizione basilare per relazionarsi, è un indice importante della qualità delle nostre relazioni.
Per poter essere veramente felici e sereni dobbiamo possedere dentro di noi un adulto senso di completezza e una solida autostima.
Winnicott spiega chiaramente come può avvenire la costruzione di un vero sé o di un falso sé e la capacità di stare da soli è il tassello di base per la costruzione dell’identità.
In realtà…
Le persone che non sanno stare da sole, SONO SOLE!
Vivono proiettate sugli altri, perché terrorizzate dal vuoto interiore.
Bowlby, psicoanalista britannico, nella sua teoria dell’ attaccamento, approfondì con studi e sperimentazioni, come impariamo a stare da soli grazie a uno sviluppo evolutivo sano. Intuì come questa capacità rivesta un ruolo centrale nella vita equilibrata dell’individuo.
Se siamo sempre alla ricerca di compagnia, soffriamo di dipendenza affettiva perché abbiamo avuto figure di riferimento evitanti e ambivalenti nell’infanzia, che hanno ostacolato lo sviluppo della nostra capacità di stare da soli.
Abbiamo inibito talmente i sentimenti di bisogno, da amplificarli da adulti e sentirci incapaci di maturare la solitudine come un momento di esplorazione di noi stessi e del mondo esterno.
Ami stare da solo? Dipende dalla tua intelligenza.
Una recente ricerca, condotta dai ricercatori Kanazawa e Li, autori dello studio intitolato “Country roads, take me home… to my friends: How intelligence, population density, and friendship affect modern happiness” e pubblicata qualche mese fa dal British Journal of Psychology, sostiene che in realtà, chi ha un alto quoziente intellettivo, ama passare meno tempo in compagnia dei propri amici e ciò potrebbe addirittura rendere più felici.
Insomma, gli scienziati in conclusione affermano: “Più un individuo è intelligente, minore è il livello di soddisfazione della vita in caso di frequenti socializzazioni con amici”.
Al contrario: “ Le persone meno intelligenti della media, secondo i test di valutazione del Q.I. sono meno soddisfatte della vita in generale, se non sono coinvolte in più interazioni sociali con i propri amici”.
Ciò è dovuto al fatto che, l’essere umano si è evoluto con il passare del tempo e con la sua evoluzione, è cambiato, sia fisicamente, che nelle modalità sociali.
All’origine, per poter sopravvivere, doveva necessariamente essere in gruppo.
Ora, in una società evoluta, invece, più una persona ha un alto livello di intelligenza e maggiore è la sua capacità di fare affidamento su se stessa, senza portare avanti relazioni forzate per essere felice o per ottenere ciò che vuole dalla vita.
Perché si ha paura della solitudine?
Erich Fromm, a questo proposito, parla della solitudine come una condizione che suscita pura ansia nell’essere umano.
Per placare quest’ansia alcune persone cercano di evitare la solitudine a qualunque costo, mettendo in atto a volte dinamiche contro produttive.
Perché alcune persone non sanno stare da sole?
Come prima dicevamo. spesso alcune persone non sono capaci a stare da sole, perché intrappolate in dinamiche di dipendenza affettiva.
La dipendenza affettiva si collega strettamente con la carenza di autostima, che induce una forma di incapacità ad agire in maniera indipendente e a godersi l’autonomia. Queste persone non hanno sviluppato un rapporto adeguato con se stesse e non hanno maturato un sé capace di pensare, agire e decidere autonomamente.
Sono persone che dipendono dagli altri e dal loro giudizio, mantengono relazioni a volte distorte, anche se poi si sentono inefficaci quando non c’è nessuno a cui appoggiarsi.
Hanno sempre bisogno di compagnia, per colmare la paura di rimanere sole e sono terrorizzate da sentimenti di vergogna e di colpa.
Attivano strategie inefficaci per evitare la solitudine!
Tutto ciò può sfociare in condotte lesive per l’autostima.
Spesso sono persone con un’organizzazione di personalità narcisista.
Si contornano di numerose amicizie, cercano a tutti i costi la visibilità e l’apprezzamento di una moltitudine di persone, ma sperimentano una basso o addirittura nullo, livello di autostima.
Possono faticare molto a stare da sole e si sentono perse quando devono entrare in contatto con se stesse.
I loro rapporti però si limitano alla banalità delle chiacchiere superficiali. Quando si cerca di scendere nel profondo di emozioni e problemi complessi si sentono fortemente in ansia e fuggono o li affrontano in modo amorfo e insignificante.
Preferiscono le feste e le uscite di gruppo finalizzate alla superficialità, perché mancano di competenze sociali.
Per contro, le persone che sanno gestire la solitudine hanno pochi rapporti sociali, intimi e duraturi e possiedono buone competenze sociali.
Tra le loro competenze rientrano una solida autostima e un alto senso di auto-efficacia sociale.
- Sanno apprezzare la solitudine e la preferiscono quando il benessere psicologico è messo a repentaglio.
- Possiedono buone risorse interiori
- Sanno abbandonare i legami disfunzionali
- Non si affannano a cercare l’approvazione degli altri, appunto perché sono capaci di stare da sole.
- Non devono demandare ad altri il compito di soddisfare i propri bisogni emotivi e colmare il vuoto interiore dovuto alla paura dell’abbandono
- Non devono demandare ad altri il compito di prendersi cura di loro.
Ricorda: ci sentiamo da soli quando abbandoniamo noi stessi!
Grazie per avermi letto!
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