Teoria dell’attaccamento: qual è il tuo stile di attaccamento?

Teoria dell'attaccamento psicologo Vicenza

Teoria dell’attaccamento. Perché alcune persone sono molto distaccate nelle loro relazioni? E come mai altre invece sono dipendenti e hanno bisogno di una conferma costante?

Secondo la teoria dell’attaccamento, questo accade perché ognuno di noi ha uno stile di attaccamento diverso.

In questo articolo ti parlo dei quattro stili di attaccamento, di come si formano durante l’infanzia e come sviluppare uno stile di attaccamento sicuro.



Stile di attaccamento che cos’è?

Lo stile di attaccamento di una persona è il suo modo specifico di relazionarsi con gli altri. Per questo è fondamentale per creare il legame stabile, di protezione, di accoglienza, di sicurezza e benessere.

La modalità con cui entriamo in relazione con gli altri e creiamo i legami da adulti è influenzato dalla qualità̀ dei legami che abbiamo avuto da bambini con le nostre principali figure di riferimento.

Infatti, secondo la teoria dell’attaccamento, sviluppata dallo psicologo John Bowlby negli anni ’50, lo stile di attaccamento si sviluppa nella prima infanzia in risposta alla relazione di attaccamento madre-bambino.

In sostanza, si pensa che il nostro stile di attaccamento adulto rispecchi le dinamiche che abbiamo avuto da bambini, con le principali figure di accudimento.

Lo stile di attaccamento include il modo in cui rispondiamo emotivamente agli altri, nonché i nostri comportamenti e le modalità di interazione.


Teoria dell’attaccamento: 4 stili di attaccamento

Ogni bambino sperimenta uno stile di attaccamento con la propria madre, che tende poi a trasmettersi di generazione in generazione.

Grazie alla procedura sperimentale della “Strange Situation” utilizzata negli studi di Mary Ainsworth (1978), allieva di Bowlby, e a numerosi studi successivi, a oggi sono stati individuati 4 stili di attaccamento.

Questi sono stati catalogati in base ai livelli di evitamento e ansia di un individuo nelle relazioni. Come riportato di seguito:


1. Stile di attaccamento sicuro

Lo stile di attaccamento sicuro si riferisce alla capacità di creare relazioni amorevoli e sicure con gli altri.

Una persona con attaccamento sicuro può fidarsi degli altri, amare e accettare l’amore. Può vivere relazioni equilibrate. Non teme l’intimità, né dipende dal partner.

Circa il 56% degli adulti ha un tipo di attaccamento sicuro, secondo la ricerca degli psicologi Cindy Hazan e Phillip Shaver.

Tutti gli altri stili di attaccamento sono considerati forme di attaccamento insicuro che tendono all’ansia da separazione.


2. Stile di attaccamento ansioso ambivalente

Questo stile di attaccamento è caratterizzato da una profonda paura dell’abbandono.

Le persone con stile di attaccamento ansioso tendono ad essere molto insicure riguardo alle loro relazioni. Temono infatti che il loro partner le lasci e per questo sono sempre affamate di conferme.

Questo stile si può notare nel bambino quando la madre non risponde in modo costante e coerente ai suoi bisogni. A volte  è presente e amorevole, altre volte si mostra non disponibile e rigettante.

Il bambino, in questo caso, non sa cosa aspettarsi. La paura dell’abbandono lo porta a ricercare la vicinanza della madre, ma allo stesso tempo può mostrare rabbia e ostilità.

Circa il 19% degli adulti ha uno stile di attaccamento ansioso ambivalente, secondo la ricerca di Hazan e Shaver.


3. Stile di attaccamento evitante

Anche lo stile di attaccamento evitante è uno di stile di attaccamento insicuro. È caratterizzato, principalmente, da ansia da relazione e dalla paura dell’intimità.

Le persone con uno stile di attaccamento evitante tendono ad avere difficoltà di entrare in relazioni durature e a fidarsi. Di solito mantengono una certa distanza dai loro partner perché possono sentirsi soffocati dalla vicinanza emotiva.

Circa il 25% degli adulti ha un tipo di attaccamento evitante.


4. Stile di attaccamento disorganizzato

Lo stile di attaccamento disorganizzato è una combinazione di entrambi gli stili di attaccamento ansioso ambivalente ed evitante.

Le persone con un attaccamento disorganizzato bramano disperatamente l’affetto e nello stesso tempo, vogliono evitarlo a tutti i costi.

Sono riluttanti a sviluppare una stretta relazione affettiva, ma hanno anche un disperato bisogno di sentirsi amati dagli altri.

L’attaccamento disorganizzato è stato sperimentato dal bambino nel rapporto con la figura di attaccamento . Infatti questa ha rappresentato contemporaneamente, sia una fonte di protezione che di pericolo.

Provocando così uno stato di paura, che non trovava soluzione né nei comportamenti di allontanamento né in quelli di avvicinamento. Da questa modalità relazionale, ne è derivato un comportamento disorganizzato.

L’attaccamento disorganizzato è relativamente raro. Ma sappiamo che è associato a significativi rischi psicologici e relazionali, tra cui un aumento del rischio di violenza nelle relazioni e la difficoltà a regolare le emozioni in generale.


Teoria dell’attaccamento – Come si formano gli stili di attaccamento.

Come detto precedentemente, gli stili di attaccamento si sviluppano tipicamente nell’infanzia in base alle nostre relazioni con la figura di riferimento primario, solitamente la madre.

Dagli studi scientifici emerge che tra i fattore principali che inducono a sviluppare uno stile di attaccamento sicuro, c’è di certo il sintonizzarsi della madre con il proprio bambino.

Si tratta principalmente della capacità della madre di comprendere i bisogni del figlio e di rispondere in maniera adeguata.

I ricercatori ritengono che lo stile di attaccamento si formi entro il nostro primo anno di vita, tra i 7 e gli 11 mesi di età.

Il comportamento di attaccamento è quindi attivato da una situazione di separazione dalla figura primaria, o dalla minaccia di essa, ed è eliminato con la nuova vicinanza [Bowlby 1969].


Teoria dell’attaccamento: Legame madre – bambino

Uno degli obiettivi principali della psicologia dello sviluppo è lo studio dell’individuo nella sua capacità di creare relazioni.

Il punto di partenza per ognuno di noi riguarda il primo legame affettivo della vita. Ossia il legame del bambino con la propria madre.

Bowlby teorizza l’attaccamento come un sistema motivazionale primario, ovvero una predisposizione biologica del bambino verso chi si prende cura di lui.

Gli esseri umani nascono indifesi, quindi siamo programmati alla nascita per cercare e attaccarci a una figura di accudimento, affidabile e che ci protegga.

Proprio per questo motivo è fondamentale la qualità di quel primo legame che può essere amorevole e stabile oppure incoerente o addirittura assente.

Questo modella in realtà il cervello in via di sviluppo, influenzandoci per tutta la vita nel modo in cui affrontiamo la perdita e nel modo in cui ci comportiamo nelle relazioni.

Di seguito spiego quali sono le circostanze che portano a ciascuno dei quattro stili di attaccamento esposti sopra. E quali sono i comportamenti materni che influiscono sullo sviluppo affettivo.


Attaccamento materno sicuro

La madre è reattiva e in sintonia con i bisogni del proprio bambino. Riesce a rispondere bene ai suoi tentativi comunicativi. È capace di assumere la prospettiva del figlio, di sintonizzarsi sui suoi bisogni, coglie i segnali e risponde prontamente.


Attaccamento materno ansioso

I comportamenti della madre sono incoerenti, imprevedibili o a volte eccessivamente coinvolti e a intermittenza distaccati.

Questo tipo di attaccamento induce la madre a modellare i suoi interventi quasi esclusivamente in base al proprio volere.

Non presta attenzione ai segnali di bisogno inviati dal bambino, ma scandisce le cure in base alle sue priorità. Senza considerare che il bambino potrebbe avere necessità diverse in momenti differenti.

In più, il suo umore potrebbe essere imprevedibile e fluttuare tra la disponibilità emotiva e il distacco.

Insomma, la madre non riesce a regolare e integrare i sentimenti contrastanti che possono essere innescati dal bambino. Per esempio quando piange o diviene inconsolabile.

 Così in questo contesto, tende a contrapporre a volte  sentimenti negativi e altre positivi non essendo capace di integrarli e risolverli. Generando nel bambino ansia e instabilità.


Attaccamento materno evitante

La mamma evitante vive spesso sentimenti di rabbia e risentimento. È costantemente emotivamente disconnessa dal bambino.

L’intolleranza prevarica sui sentimenti positivi verso il figlio, non riuscendo a gestire e integrare. Il bambino finisce così per credere che i suoi bisogni non verranno mai soddisfatti.

Attaccamento materno disorganizzato

Nel caso dell’attaccamento disorganizzato, il tipo di ambiente in cui si vive influisce molto sul legame madre – bambino.

La madre potrebbe essere spaventata o traumatizzata portando il bambino a provare un profondo senso di paura e mancanza di fiducia negli altri.

Spesso in questi casi, la madre soffre di turbe psicologiche. Infatti la psicopatologia materna, rappresenta una variabile che rischia di riflettersi negativamente nel legame madre- bambino.

Soprattutto sulla capacità di adattarsi attivamente ai cambiamenti legati alla crescita del figlio. Rendendo maggiormente difficoltosa la relazione e la capacità di incontrare e soddisfare i suoi bisogni.

Alcuni studi hanno messo in luce che circa il 12% delle mamme che sviluppano uno stile di attaccamento disorganizzato, coercitivo, ostile e scarsamente responsivo, è associato a depressione (Lyons-Ruth et al. 2002) e/o schizofrenia (Goodman e Brumley 1990)


Teoria dell’attaccamento: qual è il tuo stile di attaccamento?

Inizia identificando i tuoi modelli di relazione.

Prova a pensare al rapporto con i tuoi genitori da bambino. Poi valuta il tuo stile di attaccamento attuale.

Ecco 5 modi per iniziare:

1. Identifica se ci sono dei modelli utilizzati nell’infanzia nella scelta dei partner

2. Renditi consapevole della tua storia di vita partendo dall’infanzia

3. Individua i tuoi schemi di relazione disfunzionali dell’infanzia e cerca di comprendere se li stai ricreando nell’età adulta.

4. Lavora sulla tua autostima. La bassa autostima è una caratteristica comune a tutti gli stili di attaccamento insicuro.

5. Se non riesci a capire cosa sia l’amore per te stesso perché sei stato trascurato o respinto da bambino, puoi iniziare lavorare su di te attraverso un percorso di psicoterapia.


Tutte le persone che hanno uno stile di attaccamento insicuro tendono a instaurare relazioni insicure.

Questo avviene a causa di paure profondamente radicate che induce a credere inconsciamente, che le relazioni non funzioneranno.

Quindi non avere timore a cercare uno psicoterapeuta che possa aiutarti a fare chiarezza.

La psicoterapia può essere utile, sia individuale che di coppia.

Il terapeuta potrà aiutarti a comprendere più approfonditamente il tuo stile di attaccamento.

Potrai inoltre elaborare le ferite del passato, in modo che possa identificare e stabilire confini relazionali appropriati per promuovere una relazione sana.


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Bibliografia

Ammaniti M. & Stern D.N. (1992): Attaccamento e psicoanalisi, Laterza, Bari.

Attili G., (2004): Attaccamento e Amore, Il Mulino, Bologna.

Attili G.,(2001): Ansia da Separazione e Misura dell’Attaccamento Normale e Patologico, Milano.

Bowlby, J. (1957): Cure materne e igiene mentale del fanciullo, Giunti Barbera, Firenze.

Bowlby, J. (1976): Attaccamento e perdita, Vol. 1: L’attaccamento alla madre, Boringhieri, Torino.

Bowlby, J. (1978): Attaccamento e perdita, Vol. 2: La separazione dalla madre, Boringhieri,Torino.

Bowlby, J. (1982): Costruzione e rottura dei legami affettivi, Raffaello Cortina Editore, Milano.

Bowlby, J. (1983): Attaccamento e perdita, Vol. 3: La perdita della madre, Boringhieri, Torino.

Bowlby, J. (1989): Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento, Raffaello Cortina Editore, Milano.

Lichtenberg, J.D. (1995): Psicoanalisi e sistemi motivazionali, Raffaello Cortina Editore, Milano.

Nesse, R.M., Williams, G.C. (1999): Perché’ ci ammaliamo. Come la medicina evoluzionista può cambiare la nostra vita, Einaudi, Torino.

Rezzonico, G., Ruberti, S. (1999): L’attaccamento nel lavoro clinico e sociale, Franco Angeli, Milano.


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Dott.ssa Anna Maria Pisanello

Dott.ssa Anna Maria Pisanello Psicologo-Psicoterapeuta a indirizzo Psicodinamico e Ipnoterapeuta. Iscritta all'Ordine degli Psicologi del Veneto col Numero 11348 Svolgo la libera professione come Psicologo Psicoterapeuta e Ipnoterapeuta a Thiene Vicenza. Sono specializzata in Psicoterapia Psicodinamica e Ipnoterapia. Da oltre 29 anni metto le mie competenze al servizio delle persone che seguo, sostenendole nel loro percorso di vita e di crescita personale come Psicologo a Thiene, ma anche Psicoterapeuta, Ipnoterapeuta e Operatore di Training Autogeno. Fornisco Consulenza Psicologica e Psicoterapia per ansia, attacchi di panico, depressione, disturbi delle relazioni, bassa autostima, crisi di coppia. Ricevo nel mio Studio di Psicologia e Psicoterapia a Thiene Vicenza, Galleria Garibaldi, 35. Come Psicologo Psicoterapeuta lavoro con le persone, per aiutarle a prendere maggiore consapevolezza delle proprie percezioni e modificare la propria prospettiva quando serve. Le aiuto a gestire l’ansia, le emozioni e quindi i comportamenti disfunzionali, che portano a sofferenza. Ognuno di noi va bene così com'è. Tuttavia certe volte, possiamo decidere di cambiare l'approccio che abbiamo alla vita, per sentirci più felici e stare meglio. In quanto Psicologo Psicoterapeuta aiuto le persone a trovare le più adeguate alternative al proprio sentire e agire per potersi sentire più libere, veramente libere di scegliere.

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