Critica Costruttiva e Critica Distruttiva: le Differenze • Vicenza Psicologia
Quando la critica è costruttiva e quando diventa distruttiva?
Tutti siamo sottoposti a critiche e ne facciamo continuamente.
In un certo senso, essere critici significa passare una cosa attraverso un giudizio.
Tuttavia, il tema della critica è molto importante e riguarda l’attacco e la denigrazione dell’altro per potenziare se stessi. A volte sentiamo critiche e giudizi che sono fatti senza alcuna intenzione costruttiva. Per qualche oscura ragione, ci sono sempre persone che proiettano la loro negatività e le loro insicurezze, giudicando e criticando ciò che fanno gli altri.
È spesso solo una forma di disapprovazione, un modo per invalidare azioni e comportamenti di una persona per il semplice piacere di farlo, senza ottenere alcun beneficio.
Esistono due tipi di critiche: la critica costruttiva e la critica distruttiva. Imparare a riconoscere la differenza tra i due può aiutarti a far fronte alle critiche che potresti ricevere.
La differenza fra critica costruttiva e distruttiva sta nel modo in cui la stessa viene formulata. Sebbene per ognuno di noi, sia difficile accettare una critica, quella distruttiva può danneggiare la nostra autostima e avere effetti negativi sulla nostra sicurezza.
Cos’è una critica distruttiva?
L’aggettivo che accompagna qui la parola “Critica”, dice già molto. “Distruttivo” deriva dal latino “Distruggere”=>”Che porta a seminare distruzione e panico”.
In questi casi la critica è controproducente, demolisce l’identità della persona ed è un attacco al suo essere.
Spesso mira a ferire o sminuire, ad avere potere sull’altro e colpisce la sensibilità di chi la riceve, puntando un suo punto critico.
Che cos’è una critica costruttiva?
La critica costruttiva, d’altra parte, va a evidenziare i tuoi errori e ti mostra come migliorare o correggere te stesso. Questo è un feedback utile che non è destinato a ferire, ma a crescere o migliorare, aiutare. La formulazione si riferisce al comportamento realizzato e non alla persona.
2 Modi per criticare
- Si può criticare apertamente durante un confronto con l’altro, se il nostro punto di vista è diverso.
L’importante è spiegarlo e far notare la divergenza.
Alla base di questa modalità, c’è il confronto. Non necessariamente il confronto deve essere alla pari… Per esempio nel rapporto genitori, figli non lo è mai, ma l’obiettivo finale è una cambio di comportamento.
Ci sono anche altri tipi di relazioni in cui il rapporto è sbilanciato, per esempio in ambito lavorativo, perché a volte, il ruolo di chi critica e di chi viene criticato è asimmetrico. Tuttavia, la critica fatta apertamente, in cui si evidenzia il comportamento criticato, è la base per creare un legame di fiducia.
- Questo è il caso delle critiche celate, in cui ciò che si ha da dire, lo si dice “Alle spalle”.
Le critiche celate hanno come unico scopo quello di mettere in cattiva luce i pensieri e i comportamenti di un’altra persona.
I 3 perché di una critica
1. Per insegnare qualcosa
È il caso di un genitore con il bambino. La critica costruttiva, mira a correggere il comportamento sbagliato e a farlo crescere.
- Per screditare
Non tutte le critiche sono costruttive, quando la critica è costante e colpisce l’identità, si limita a distruggere. Mettendo in atto una critica di questo genere si applica una patina negativa sui pensieri o le azioni di qualcuno, perché non è seguita dalle strategie per migliorare.
- Per esaltare se stessi
In questo tipo di critica, l’unico scopo è quello di nutrire il proprio ego, attraverso l’invalidazione dell’altro. Chi usa questa modalità per coprire le proprie insicurezze, tende a farlo sempre, in ogni situazione della vita.
Il meccanismo di difesa alla base di questo meccanismo è la proiezione. Dove si espelle da sé stessi, ciò che è proprio, ma che si rifiuta, collocandolo nell’altro.
In breve, criticare gli altri è un modo per difendere se stessi, da ciò che si sente proprio, ma non piace e perciò lo si vede in un’altra persona.
Maggiore è il numero di cose che non accettiamo di noi stessi e maggiori saranno le occasioni in cui criticheremo gli altri.
Ecco 3 suggerimenti che possono aiutarti
1. Limitati a tenere tre atteggiamenti: Rispondi “Esatto”, se è un fatto indiscutibile o “È possibile”… Se è un’opinione del tuo interlocutore, non discutere.
2. Distaccati dalle critiche distruttive, soprattutto quando sono ambigue e imprecise. Intervieni dicendo: “Non capisco quello che dici… Questo ti serve a spingere l’altro a riformulare. Riprendi il dialogo soltanto se la riformulazione della critica contiene uno sfondo di verità.
3. Sempre in riferimento a critiche imprecise, chiedi chiarimenti. Per esempio: “Che cosa ti fa dire che sono negativo?”.
Le critiche inesatte, sono spesso un’opinione, non si riferiscono a fatti su cui puoi fare affidamento per discutere. Approfondisci dunque per ottenere dei dettagli e trovare il possibile fondo di verità e poter riprendere il dialogo.
Grazie per avermi letto!
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