Sindrome di Calimero- Sconfiggi il vittimismo

sindrome di Calimero Psicologo Thiene

La Sindrome di Calimero è un’espressione che viene utilizzata per descrivere una mentalità vittimistica in cui una persona si sente costantemente svantaggiata o trattata ingiustamente, senza considerare le proprie responsabilità o la prospettiva degli altri. Sconfiggere il vittimismo richiede un cambiamento di mentalità e comportamento.


Sindrome di Calimero- Sconfiggi il vittimismo

Capitano tutte a te? Allora soffri della Sindrome di Calimero!

La Sindrome di Calimero è una particolare forma di vittimismo che predispone a credere che ogni cosa ti sia avversa e che alla fine capitino tutte a te.

E’ un atteggiamento psichico che porta forte ansia e ci fa sentire vittime degli altri e del destino.

Certo capita a tutti di sentirsi a volte perseguitati dalla sventura e di sentirsi fragili e indifesi nei confronti degli eventi sfortunati della vita. Di credere che il negativo si sia accanito contro di noi e di sentirci giù di morale, insoddisfatti e incapaci di cogliere il lato positivo degli eventi e delle situazioni.

Tale vissuto e sensazione però è passeggera e ci porta poi ad affrontare con rinnovato coraggio gli eventi stressanti.

La tendenza ad atteggiamenti vittimistici può contribuire all’insorgenza o all’aggravarsi di stati di ansia e depressione.

Questo può derivare dalla predisposizione a percepire sé stessi come impotenti di fronte agli eventi o come bersaglio costante delle circostanze negative, alimentando così un senso di vulnerabilità e preoccupazione costante.

D’altra parte, l’ansia stessa può portare a una mentalità vittimistica. Le persone ansiose possono sentirsi sopraffatte dagli eventi e tendere a vedere sé stesse come vittime delle loro paure e delle situazioni che provocano ansia.


Vittimismo: il significato in psicologia

La vita può presentare sfide e difficoltà che possono colpire duramente. Ognuno di noi può attraversare momenti di prova, sperimentare perdite, fallimenti, stress o avversità che possono avere un impatto significativo sulla nostra vita emotiva e psicologica.

Perciò il sentimento di vittimismo può accompagnare alcune esperienze negative nella vita di una persona. Tutti affrontiamo momenti in cui ci sentiamo presi di mira, trattati ingiustamente o sfortunati. È un’esperienza umana comune provare un senso di ingiustizia e di prevaricazione quando ci troviamo in situazioni difficili.

Il personaggio di Calimero, il pulcino del famoso cartone animato degli anni ’70, rappresenta un’immagine iconica del vittimismo. Calimero si sente sempre solo, sconsolato e bersaglio di sfortune e ingiustizie. La sua percezione di sé come piccolo, indifeso, sfortunato e meno dotato sembra quasi catalizzare gli eventi negativi che gli accadono.

È interessante notare come l’atteggiamento mentale e la percezione di sé possano influenzare la nostra interpretazione degli eventi e la nostra reazione ad essi. Quando ci consideriamo vittime, potremmo essere più inclini a interpretare gli eventi come ingiusti o mirati contro di noi, amplificando il senso di sfortuna e ingiustizia.

Tuttavia, è importante riconoscere che l’atteggiamento di vittimismo non è sempre produttivo o sano. Invece di identificarci completamente con il ruolo di vittime, possiamo cercare di sviluppare una prospettiva più resiliente e attiva.

Ciò implica prendere consapevolezza del nostro potere di influenzare le situazioni, cercare soluzioni costruttive e cercare supporto terapeutico quando ne abbiamo bisogno.


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Cos’è il vittimismo patologico

l vittimismo patologico si riferisce a un’forma estrema e disfunzionale di vittimismo, in cui una persona sviluppa un atteggiamento cronico di considerarsi una vittima in qualsiasi situazione, senza prendere in considerazione la possibilità di influenzare positivamente le proprie circostanze. Questo atteggiamento può influenzare notevolmente il funzionamento e il benessere della persona.

Dunque, quando questa condizione di disagio è persistente e diventa parte integrante della propria personalità, possiamo parlare di vittimismo patologico. La condizione di sentirsi sempre vittime di soprusi e ingiustizie, influenza fortemente le relazioni affettive e lo stile di vita.

Può limitare la nostra capacità di prendere iniziative e di assumere responsabilità per le nostre azioni, lasciando la sensazione che le circostanze esterne siano responsabili del nostro benessere e della nostra felicità.

La mentalità vittimistica spesso alimenta la negatività, l’impotenza e la frustrazione. Ci si può sentire intrappolati in un ciclo di pensieri autocommiseranti e attribuire ogni difficoltà o insuccesso a fattori esterni, senza considerare la nostra capacità di influenzare o cambiare la situazione.


Sindrome di calimero e autostima

La Sindrome di Calimero colpisce spesso le persone con bassa autostima, che sono insicure e predisposte al pensiero pessimistico.

Infatti le persone con bassa autostima soffrono a volte di malessere esistenziale e tendono ad avere una visione negativa di sé stesse, a sentirsi inadeguate e a dubitare delle proprie capacità.

Questo può portarle ad adottare una mentalità vittimistica in cui attribuiscono i loro fallimenti o le loro difficoltà a fattori esterni, piuttosto che prendere in considerazione il proprio ruolo e le proprie responsabilità.

Le persone con bassa autostima possono facilmente sentirsi sopraffatte dalle sfide e sottolineare gli aspetti negativi della loro vita, enfatizzando le situazioni in cui si sentono svantaggiate o ingiustamente trattate. Questo atteggiamento può diventare un ciclo negativo in cui si sentono impotenti e incapaci di cambiare la propria situazione.


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Sindrome di Calimero come riconoscerla e affrontarla

Ci lamentiamo del traffico, del lavoro, del posto dove viviamo, della vita che conduciamo, della nostra condizione economica o del nostro  partner.

Ci sentiamo perennemente insoddisfatti e continuiamo a lamentarci senza però fare nulla di concreto per cambiare in meglio le cose. Anzi ci lasciamo andare a una sterile autocommiserazione che non porta alcun beneficio.

Questo stato può durare qualche momento oppure periodi molto lunghi, entrando a far parte della nostra personalità e condizionando così le nostre azioni quotidiane e la nostra vita.

Si origina da un meccanismo di pensiero e acquisisce una valenza clinica, più o meno, patologica.

In buona sostanza, la Sindrome di Calimero è l’insieme dei comportamenti che derivano dalla convinzione errata di essere sfortunati e determinano un meccanismo mentale che crea dei limiti e inibisce nell’intervenire concretamente sui problemi, non portando nessun beneficio.


Come affrontare il vittimismo

Se ti ritrovi a identificarti in un atteggiamento di vittimismo cronico o senti di avere difficoltà a gestire le sfide e le difficoltà della vita in modo costruttivo, ecco alcuni suggerimenti per affrontare tali atteggiamenti:


Consapevolezza

Sii consapevole dei tuoi pensieri, delle tue emozioni e dei tuoi atteggiamenti. Riconosci quando ti senti vittima e prendi atto di come ciò influenzi le tue azioni e le tue relazioni.


Assunzione di responsabilità

Prendi consapevolezza del tuo ruolo nella tua vita e delle scelte che fai. Accetta che alcune situazioni possono essere al di là del tuo controllo, ma cerca di focalizzarti su ciò che puoi fare per affrontarle in modo positivo.


Esplora le convinzioni limitanti

Rifletti sulle tue convinzioni su te stesso, sugli altri e sul mondo. Spesso, le persone con atteggiamenti di vittimismo cronico possono avere convinzioni limitanti che rafforzano l’idea di essere vittime. Sfida queste convinzioni e cerca di sviluppare una prospettiva più realistica e positiva.


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Sindrome di Calimero- Quali sono i segnali di questo disturbo? 

Scopriamolo insieme!

Alla base c’è una bassa autostima che si manifesta con sensazioni di inadeguatezza, di fragilità e timore nell’affrontare nuove situazioni.

Sono caratteristiche le frasi del tipo: “Perché capitano tutte a me?”, “Ci rimetto sempre io”, “E’ sempre colpa mia”.


Vittimismo

Come abbiamo detto precedentemente, spesso veniamo colpiti duramente dagli eventi della vita. A chi non è capitato di sentirsi vittima? Certamente a tutti è successo almeno una volta di divenire bersaglio di situazioni negative e avere sentito un profondo senso di ingiustizia.

Questo sentire parte sin dall’infanzia e si protrae per tutta la vita.

Perciò ci consideriamo indifesi, bisognosi ma anche vittime di incomprensioni e prevaricazione da parte degli altri. Perseguitati dalla sfortuna e bersaglio di ingiustizie.

Nella Sindrome di Calimero, il vittimismo giunge sino all’esasperazione, la continua lamentosità diventa sproporzionata e influenza negativamente la personalità portando alla frustrazione e all’insoddisfazione.

L’atteggiamento di vittima in cui ci si identifica diviene un meccanismo di pensiero costante nell’affrontare la vita e determina una vita fatta di continui insuccessi di cui poi potersi lamentare, senza fare niente per cambiare.


Pessimismo

 Il pensiero molto negativo verso se stessi è tipico della Sindrome di Calimero. Prevale la credenza che come al solito ci saranno degli ostacoli e non si riuscirà a concludere niente.

La motivazione viene perduta e possono presentarsi Disturbi dell’umore e Stati di Depressione.

La negatività influenza anche le relazioni, che continuano a fallire. Motivo per cui ci si può continuare a lamentare delle proprie disavventure e di quanto si è sfortunati.

Questo meccanismo viene spesso applicato per attirare l’attenzione su di sé e avere la benevolenza degli altri.


Sindrome di Calimero- Quali sono le cause?

Le cause dell’atteggiamento vittimistico possono essere complesse e possono variare da persona a persona.

Alcuni dei fattori che possono contribuire alla tendenza al vittimismo includono:

Esperienze passate

Esperienze negative o traumatiche vissute in passato, come abusi, negligenza, bullismo o perdite significative, possono influenzare la percezione di sé e del mondo.

Queste esperienze possono contribuire a una visione negativa delle proprie capacità e ad una tendenza a percepirsi come vittime delle circostanze.


Ambiente sociale

L’ambiente in cui una persona cresce e vive può influenzare il suo atteggiamento vittimistico. Ad esempio, se siamo circondati da persone che sostengono o incoraggiano un atteggiamento vittimistico, potremmo essere più inclini a svilupparlo. Un ambiente che manca di sostegno, empatia o modelli positivi di adattamento può anche contribuire all’adozione di un atteggiamento vittimistico.


Distorsioni cognitive

Alcune persone possono essere più predisposte ad avere distorsioni cognitive, come il pensiero catastrofico o il filtro mentale negativo, che influenzano la percezione delle situazioni e portano a un’interpretazione eccessivamente negativa della realtà. Queste distorsioni cognitive possono alimentare l’atteggiamento vittimistico.


Autostima e fiducia in sé stessi

Le persone con una bassa autostima o una scarsa fiducia in sé stesse possono essere più inclini a sviluppare un atteggiamento vittimistico. La mancanza di fiducia nelle proprie capacità può portare a una percezione di impotenza e a un’attribuzione delle responsabilità agli altri o alle circostanze esterne.

È importante sottolineare che queste sono solo alcune delle possibili cause e che l’atteggiamento vittimistico può derivare da una combinazione di fattori complessi e interconnessi. Spesso, la tendenza al vittimismo è il risultato di una combinazione di fattori individuali, esperienze passate e contesto sociale.


Come intervenire

Prima di tutto per uscire dal vittimismo è necessario prendere coscienza della situazione e rendersi consapevoli dei danni che ci auto procuriamo.

Poi il passo più importante sta nell’iniziare a potenziare l’Autostima.

Questo è il passo fondamentale, per non consentire che i meccanismi della mente possano intrappolarti ancora.

Osservati e renditi consapevole, lavora intensamente per aumentare la sicurezza di te stesso.

In realtà la condizione di vittima sino ad ora cosa ti ha portato di buono?

Certamente non ti ha reso una vita felice e non ti ha risolto i problemi dell’infanzia.

E’ importante evolvere e crescere dentro, sperimentando una nuova condizione adulta e responsabile.

Fortifica la tua sicurezza e la tua autostima prendendo coscienza delle tue responsabilità, senza attribuirle sempre alle circostanze e al destino.


La bassa autostima e la mentalità vittimistica possono essere affrontate e superate con l’aiuto di un professionista attraverso un lavoro di psicoterapia, per ricostruire l’autostima e sviluppare abilità di pensiero positivo. Puoi così imparare a riconoscere il tuo valore e a prendere iniziative per migliorare la tua vita.

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Bibliografia

Baumeister, R. F., Smart, L., & Boden, J. M. (1996). Relation of threatened egotism to violence and aggression: The dark side of high self-esteem. Psychological Review, 103(1), 5-33.

Feeney, B. C., & Collins, N. L. (2015). A new look at social support: A theoretical perspective on thriving through relationships. Personality and Social Psychology Review, 19(2), 113-147.

Lerner, M. J. (1980). The belief in a just world: A fundamental delusion. Plenum Press.

Seligman, M. E. P. (1990). Learned optimism. Alfred A. Knopf.

Twenge, J. M., & Campbell, W. K. (2009). The narcissism epidemic: Living in the age of entitlement. Free Press.


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Dott.ssa Anna Maria Pisanello

Dott.ssa Anna Maria Pisanello Psicologo-Psicoterapeuta a indirizzo Psicodinamico e Ipnoterapeuta. Iscritta all'Ordine degli Psicologi del Veneto col Numero 11348 Svolgo la libera professione come Psicologo Psicoterapeuta e Ipnoterapeuta a Thiene Vicenza. Sono specializzata in Psicoterapia Psicodinamica e Ipnoterapia. Da oltre 29 anni metto le mie competenze al servizio delle persone che seguo, sostenendole nel loro percorso di vita e di crescita personale come Psicologo a Thiene, ma anche Psicoterapeuta, Ipnoterapeuta e Operatore di Training Autogeno. Fornisco Consulenza Psicologica e Psicoterapia per ansia, attacchi di panico, depressione, disturbi delle relazioni, bassa autostima, crisi di coppia. Ricevo nel mio Studio di Psicologia e Psicoterapia a Thiene Vicenza, Galleria Garibaldi, 35. Come Psicologo Psicoterapeuta lavoro con le persone, per aiutarle a prendere maggiore consapevolezza delle proprie percezioni e modificare la propria prospettiva quando serve. Le aiuto a gestire l’ansia, le emozioni e quindi i comportamenti disfunzionali, che portano a sofferenza. Ognuno di noi va bene così com'è. Tuttavia certe volte, possiamo decidere di cambiare l'approccio che abbiamo alla vita, per sentirci più felici e stare meglio. In quanto Psicologo Psicoterapeuta aiuto le persone a trovare le più adeguate alternative al proprio sentire e agire per potersi sentire più libere, veramente libere di scegliere.

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