Dipendenza Affettiva- 3 passi per affrontarla
Chi soffre di dipendenza affettiva sente un bisogno molto forte di legarsi a qualcuno da cui dipende totalmente e qui investe tutte le proprie energie. Vive costantemente nell’ansia e tende a creare relazioni negative, dove non esiste reciprocità.
Oggi purtroppo questa problematica è sempre più diffusa. Per lo più è legata alle emozioni, ai pensieri e ai comportamenti delle relazioni amorose.
In questo articolo ti spiego cos’è la dipendenza affettiva patologica e ti indico 3 passi per poterla affrontare.
Cos’è la dipendenza affettiva patologica?
Iniziamo col dire che le relazioni affettive sono molto importanti nella vita di ognuno di noi. La vita è fatta di relazioni!
Essere in relazione è fondamentale per la nostra crescita personale e per il nostro benessere.
Capita, tuttavia a volte di rimanere intrappolati in relazioni estremamente difficili che ci fanno soffrire molto. A tal punto da non riconoscere più i nostri bisogni. Ci fanno perdere la nostra autonomia e ci fanno sentire in soggezione psicologica.
E’ proprio in questi casi che investiamo l’altro di un enorme potere, accorgendoci poi di non riuscire più a farne a meno.
A questo punto cadiamo nella dipendenza affettiva patologica.
Questa condizione è definibile, per l’appunto, uno stato psicologico di dipendenza affettiva. In cui la relazione di coppia è vissuta come condizione unica, indispensabile e necessaria per la propria esistenza.
Ossia, consentiamo all’altro di prevaricarci e di deprivarci della nostra individualità.
La svalutazione e la denigrazione divengono un’abitudine ma nonostante questo, viviamo nella paura di perdere l’altro.
La dipendenza affettiva è una forma patologica di amore
Questo tipo di relazione implica un “donatore di amore” che viaggia a senso unico. Dall’altra parte un “cronico sfuggente” spesso problematico, che continua a viaggiare nel senso opposto e per la sua strada.
Infatti, si caratterizza per la mancanza costante di scambio relazionale nel rapporto affettivo.
La definizione di dipendenza affettiva fu coniata per la prima volta dallo psicoanalista Fenichel nel 1945. Definì l’amore-dipendente, come una vera e propria dipendenza. Riferendosi a persone che necessitano dell’amore esattamente come dell’alcool o della droga.
Questo tipo di dipendenza è stato annoverato tra le New Addictions o Nuove Dipendenze. Includono tutte quelle forme di dipendenza in cui l’oggetto non è costituito da alcuna sostanza chimica come droga o alcool. Piuttosto si tratta di un comportamento o un’attività che fa parte integrante della vita quotidiana.
In realtà, una certa quantità di dipendenza psicologica è un normale bisogno umano. Rientra nella quotidianità di ognuno di noi, ma non supera alcuni limiti. Nel dipendente affettivo invece sfocia nell’eccesso tramutandosi in disfunzionale.
Il dipendente affettivo cerca l’amore a tutti i costi
Fatte le dovute precisazioni di cui sopra, vediamo ora chi è il vero e proprio dipendente affettivo.
In primo luogo, il dipendente affettivo sente un forte desiderio fusionale. Vede il partner come l’unica possibilità di sostentamento emotivo e di gratificazione personale e per questo ricerca costantemente “maggiore amore”. Così, continua a scegliere partner frustranti e non adatti a colmare questo vuoto.
L’aspetto più deleterio in tutto questo è che nonostante si renda conto della sofferenza legata a questo tipo di modalità relazionale, non riesce a liberarsene.
Benché nella relazione di coppia ci siano comunque alcune naturali difficoltà, quando questo meccanismo diviene la regola, bisogna iniziare a correre ai ripari.
Dipendenza Affettiva- I segnali
Fondamentalmente per poterci liberare dal dominio psicologico su di noi, è importantissimo conoscere quali sono i segnali di questa modalità relazionale che ci fa soffrire.
Sei vittima di una dipendenza affettiva? Allora continua a leggere e comprenderai il perché.
Le persone che soffrono a causa di questo disagio psicologico sono accomunate sempre da una profonda carenza emotiva che risale all’infanzia.
Infatti, questa rimane poi impressa nell’inconscio e ne guida i comportamenti futuri.
Come facilmente possiamo comprendere, la dipendenza affettiva implica una perdita della fiducia in sé stessi e della propria autostima. Deriva essenzialmente dalle ferite che abbiamo subito. Queste ci hanno fatto perdere il contatto con la parte profonda che genera l’amore verso noi stessi.
Ecco perché, il riflesso condizionato di questo meccanismo è il cercare fuori una certa forma di appagamento sostitutivo che possa compensare la carenza.
Certo non è un reale appagamento, ma si tratta di una forma di compensazione.
Il più delle volte si cerca fuori un surrogato di affetto che crea un’illusione e non porta a una reale soddisfazione. Al contrario, aggrava il problema.
Chi è dipendente presenta disturbi d’ansia, scarsa autostima, oppure forme di somatizzazione.
Le persone che si intrappolano in questa dinamica, temono l’abbandono e la separazione. Evitano i conflitti e qualunque controversia per la paura di essere abbandonati. In buona sostanza rinnegano i propri desideri e bisogni.
Scelgono partner prevaricanti che sembrano in grado di affrontare la vita. Illudendosi che questi possano prendersi cura di loro.
Cause principali che portano alla dipendenza affettiva
Frequentemente, il punto di partenza è la carenza di autostima, derivante da vecchie dinamiche psicologiche. Come abbiamo detto prima, queste determinano un’immagine di sé debole. Portano a un vissuto di inadeguatezza e una indegnità di essere amati.
Quando l’autostima è distorta a tal punto, può essere tenuta in equilibrio solo attraverso la capacità di sacrificarsi per la persona amata. Ci sono volte in cui si subiscono tradimenti o anche violenze da parte del partner.Vengono però tollerate per la paura di essere abbandonati.
Spesso la dipendenza affettiva si origina già nell’infanzia, generando un meccanismo che si perpetua nel tempo. Ossia col tempo, si ricercano inconsciamente partner con certe caratteristiche, che porteranno a sofferenza.
Dipendenza affettiva e coazione a ripetere
Sigmund Freud parlava molto accuratamente di questo processo e lo chiamava coazione a ripetere.
Si tratta di un meccanismo mentale che induce la ripetizione automatica, ossia inconscia, di alcune dinamiche del passato. Può trattarsi di comportamenti o modalità relazionali che avvengono in modo completamente inconscio.
Questo è un processo naturale della mente che per modificarlo bisogna prima di tutto individuarlo e rendersi consapevoli.
Nella dipendenza affettiva, quando il rapporto finisce è sempre il dipendente a essere lasciato. Il risvolto è che questo continuerà a cercare relazioni che ripeteranno ancora le stesse dinamiche.
Come dicevamo prima, le origini della dipendenza affettiva le troviamo nell’infanzia. Quando l’identità e lo sviluppo cognitivo- emozionale non sono ancora completi. L’influenza che questo esercita sulla mente della persona è di non essere degna né di amore, né di attenzioni.
Tre passi per affrontare la dipendenza affettiva
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Renditi Consapevole del problema
Il primo passo per affrontare la dipendenza affettiva è quello di identificarla e rendersi consapevoli.
Per iniziare a fare questo primo passo, aiutati ponendoti le seguenti domande e cerca di rispondere onestamente:
– La tua felicità è subordinata a quella di una sola persona?
– Ti senti felice solo quando gli altri ti trattano in un certo modo? Soffri molto quando qualcuno ti critica o ti rifiuta?
– Ti capita frequentemente di mettere i tuoi bisogni dopo quelli di qualcun altro?
– Hai necessità assoluta di essere accettato dagli altri?
Poni attenzione al fatto che è naturale sentire un lieve disagio quando gli altri ci criticano o non ci accettano. Il problema sorge quando questi comportamenti sono portati sino all’eccesso, assumendo connotati patologici.
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Inizia a riconoscere quanto questi comportamenti ti danneggiano
In fin dei conti è un danno che ti auto infliggi.
Fai un elenco dei tuoi abituali comportamenti che ti creano dei danni psichici e che tu pensi di adottarli per amore o per affetto.
Aiutati con le seguenti domande:
– Cosa ho trascurato di me stesso per soddisfare gli altri?
– A quali miei obiettivi ho dovuto rinunciare perché condizionato dal giudizio degli altri?
– Quanta sofferenza ho dovuto patire per paura di essere abbandonato?
Poni attenzione al fatto che è importante prendere coscienza della sofferenza che provi perché sei vittima di una dipendenza affettiva e per questo sei più facilmente manipolabile.
Per questo diviene urgente riprendere il controllo della tua vita.
L’aspetto primario alla base della dipendenza affettiva è la scarsa autostima.
Forse è stata sempre un po’ carente oppure è possibile che tu l’abbia persa strada facendo… Per questo la chiave principale che apre le porte al superamento del problema è quella di risanare la tua autostima.
Se impari a riconoscere il tuo valore personale, potrai renderti subito conto che l’accettazione e il riconoscimento degli altri sono importanti, ma non indispensabili.
Esercizio per rinforzare la tua autostima
Aiutati con questo esercizio.
Elenca i momenti in cui sei stato bene veramente con te stesso e ti sentivi sicuro e fiducioso delle tue capacità.
Recupera le emozioni che provavi e che ora sono andate perdute. Vivile intensamente e nel dettaglio.
Poni attenzione al fatto che queste sensazioni che ti pare siano andate perdute, sono ancora presenti dentro di te. Devi solo recuperarle!
Per ultimo, ma non meno importante ti ricordo che è necessario imparare a distinguere le tue necessità dai tuoi desideri. Spesso in chi è dipendente affettivamente, le due cose si sovrappongono.
In realtà, il desiderio diviene una necessità patologica che deve essere assolutamente soddisfatto, piuttosto che un consapevole compromesso.
Condividere la propria vita con qualcuno non è indispensabile alla sopravvivenza, ma una libera scelta!
Ricorda
Chi soffre di dipendenza affettiva consegna in modo totale la propria sicurezza personale al bisogno di essere ricambiati dall’amore altrui.
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Bibliografia
- Albano T., Gulimanoska L., In-Dipendenza: un percorso verso l’autonomia. Vol. I-Manuale sugli aspetti eziopatogenetici, clinici e psicopatologici delle dipendenze. Milano: FrancoAngeli; 2006
- Caretti e La Barbera: Le dipendenze patologiche, clinica e psicopatologia. Milano: Raffaello Cortina; 2005
- Guerreschi C., New addictions. Le nuove dipendenze. Edizioni San Paolo, Milano; 2005
- Giddens A., The transformation of intimacy: sexuality, love and eroticism. Cambridge: Polity press; 1992
- Harriet Goldhor Lerner, La danza della rabbia. Edizioni Corbaccio, 1996
- Miller D., Donne che si fanno male. Milano: Feltrinelli, 1994
Grazie per avermi letto!
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